- Dora Kalff, tanto vicina all’umano e al divino
- Il viso di Marie-Louise von Franz emanava luce
- Lettera aperta a Dieter Baumann
- L’amica Mirella riposa ora nelle braccia del Signore
Dora Kalff, tanto vicina all’umano e al divino
Ricordo il giorno nel quale mi presentai a Dora Kalff. Le ero stata inviata dal mio analista, affinché imparassi il suo “metodo” per la terapia dei bambini, dato che io sono pediatra.
Dora Kalff mi venne incontro sorridente, mi fece raccontare un po’ la mia vita e poi mi mise davanti alla famosa “cassetta azzurra”! Io ero emozionatissima e feci la mia prima sabbia (si trova ancora nell’archivio di Martin). Lei la guardò e mi disse: “Comincia, sei pronta!” Io rimasi scioccata. Come! Pronta!
Da quel giorno iniziai a scegliere oggetti, mi feci fare la cassetta azzurra da un fabbro. Quanti casi ho poi curato con la Sand Play Therapy! In quelle cassette sono passate, e passano tuttora, emozioni fortissime indicibili con le parole. Sempre mi resta nel cuore l’immagine di Dora: semplice, calda, tanto vicina all’umano e al divino.
Quando andai da lei io avevo già terminato e pubblicato la mia ricerca sul “Processo di individuazione” nella Divina Commedia. Dora non l’aveva letto, ma aveva compreso che tutta la mia ricerca era come una linea sottesa al grande processo umano nelle sue varie manifestazioni. Ricordo i concerti che lei ospitava nella sua casa in occasione del suo compleanno, prima di Natale. Ricordo i grandi seminari che organizzava con l’intervento di maestri buddisti.
Cara, cara Dora, sempre presente nel mio lavoro! Una gratitudine immensa. Ella è presente nell’immagine di Tara che Martin mi ha donato, contenente un pizzico delle ceneri della sua mamma, e mentre me la porgeva mi ha detto: “Tu hai capito veramente!”
Non so dire altro che un “grazie” per aver potuto incontrare Dora Kalff nella mia vita! E questo è tutto quello che posso esprimere.
Adriana Mazzarella, 29 novembre 2011
Il viso di Marie-Louise von Franz emanava luce
Dal 1965 fino a poco prima della sua scomparsa ho visto spesso la dott.ssa Marie-Louise von Franz nella sua casa a Küssnacht o nei gruppi di lavoro organizzati con lei da Dieter Baumann e Josè Zavala. Ogni incontro con questa donna meravigliosa è sempre stato per me un’occasione di stimolo a procedere nelle mie ricerche, nel mio lavoro analitico con i pazienti, nell’approfondimento su quanto lei ha scritto e su quanto Jung ci ha lasciato in eredità.
Ogni volta che mi recavo da lei mi sentivo profondamente commossa e turbata. Quando poi mi trovavo con lei nell’intimità della sua casa, tutta la tensione si scioglieva e il suo bel viso luminoso, serio e arguto a un tempo mi incoraggiava ad aprirmi nei miei dubbi, nei miei problemi. Mai potrò dimenticare quanto lei mi ha insegnato attraverso questi incontri personali, attraverso i libri che ha scritto con tanta conoscenza, sincerità e amore.
I miei allievi affermano che i libri di Marie-Louise von Franz sono per loro come una guide line nella terapia clinica con i pazienti. Marie-Louise von Franz rende continuamente vivo l’argomento di cui tratta (favole, miti, individuazione, dimensione del tempo e del numero, alchimia, sincronicità ecc.) con esempi e racconti personali. L’astrazione, che purtroppo è necessaria nella stesura di saggi, diventa così una realtà viva e sperimentabile nella vita di tutti i giorni.
Cara Marie-Louise von Franz, quanto ha dato a piene mani a C.G. Jung, agli allievi noti e ignoti, vicini e lontani, per non dire a me. Man mano che il tempo passava il suo viso si faceva sempre più diafano, più luminoso. Sì, il suo viso emanava luce.
da un’articolo di Adriana Mazzarella su Klaros, “Quaderni di psicologia analitica”, dicembre 1999
Lettera aperta a Dieter Baumann
Le voci dei Maestri risuonano nell’aria …
tante voci sommesse che arrivano
… da vicino e da lontano …
voci note, voci ignote si aggiungono
e si elevano in un coro
diffuso in tutto l’universo
… come una preghiera …
… che questo nostro pianeta
possa continuare a percorrere
le infinite vie che si aprono tra i misteri
dell’amore, dell’odio, della gioia, del dolore,
della vita e della morte.
In occasione del 75.mo compleanno di Dieter Baumann mi è caro esprimergli con le mie poche, povere parole tutta la mia riconoscenza e ammirazione. Sono passati circa trent’anni da quando lo incontrai per la prima volta. Erano momenti difficili. Fabio Minozzi, maestro e pilastro del CIPA di Milano, se ne era andato dopo breve, sofferta malattia, lasciando un vuoto terribile tra i giovani analisti e tra gli allievi. Eravamo tutti smarriti e confusi. Due grandi personalità vennero a darci una mano: Francesco Caracciolo da Roma e Dieter Baumann da Zurigo.
Dieter è venuto nelle nostre case, dove tenevamo le nostre riunioni private, e non ci ha più abbandonato. Ha mantenuto vivo lo sconvolgente insegnamento del suo grande nonno, C.G. Jung, che visse con Freud l’inizio della psicologia del profondo nel tragico tempo delle due guerre mondiali. Con l’occhio sempre aperto sulla realtà sociale, scientifica e politica del nostro tempo, con un costante atteggiamento di ascolto e di apertura a nuovi campi d’esperienza nell’ambito della psicologia del profondo, Dieter Baumann ha saputo raccogliere intorno a sé un folto gruppo di allievi, collaboratori e amici che lo amano e lo stimano e che vengono da tutte le parti del mondo per ascoltarlo.
Magnanimità, profonda umanità e rispetto dell’altro sono i valori che Dieter Baumann porta avanti e fa baluginare in questa nostra epoca di progressivo oscuramento, nella quale assistiamo alla scomparsa di ogni sentimento umano nonostante i giganteschi progressi della scienza e della tecnica.
Grazie, Dieter, per l’aiuto che dai a noi tutti.
Ricavato da “Agathodaimon“, Biblioteca di Vivarium, 2002
L’amica Mirella riposa ora nelle braccia del Signore
Il 3 ottobre 2014 è venuta a mancare Mirella Giuliano Vitale, una delle mie migliori amiche e da oltre trent’anni la mia più preziosa collaboratrice. Ci eravamo conosciute quando Mirella venne nel mio studio di pediatra con il suo primo figlio Marco e in seguito mi presi cura degli altri suoi figli, Nicola, Giovanni e Lucia. Insieme frequentavamo il Centro Coscienza di Milano, nell’ambito del quale Mirella fondò il Centro Paideia per gli adolescenti.
Era una donna molto bella, coraggiosa, concreta e decisa quando necessario e al tempo stesso tenera e perspicace. Sotto la guida di Tullio Castellani, del Centro Coscienza, e del suo analista Dieter Baumann, Mirella aveva studiato a fondo i simboli, le fiabe e i miti, diventando una specialista della mitologia greca.
La nostra collaborazione professionale iniziò nei primi anni Ottanta, quando le mandai alcuni pazienti che, per varie ragioni, non erano in grado di affrontare una psicoterapia vera e propria. Con loro – soprattutto giovani, ma anche adulti – Mirella riusciva a costruire un percorso di studio e introspezione volto a stimolare e sviluppare la creatività di ciascuno, avviandoli così a una presa di coscienza individuale. Cominciammo quindi a vederci ogni settimana per discutere i vari casi, e questa pratica è andata avanti per decenni, ed è continuata anche dopo che mi sono ammalata, un anno fa, e ho smesso di mandarle pazienti.
In quei mesi è venuta quasi ogni giorno a trovarmi e insieme abbiamo ascoltato e goduto in silenzio tanta bella musica, col commento di Enrico Frontini. Poi anche lei si è ammalata, ma fino all’ultimo non lo ha detto quasi a nessuno. Il giorno del suo funerale non ho avuto la forza di andare a darle l’ultimo saluto. Quella mattina, seduta nella mia poltrona, ho ascoltato da sola il trio op. 97 di Beethoven, che tante volte avevamo ascoltato insieme, e nelle ultime frasi così dolci di quella musica ho sentito con chiarezza che Mirella stava ormai riposando nelle braccia del Signore.
In questi filmati possiamo risentire e rivedere Mirella Giuliano mentre tiene alcune lezioni sul mito nell’ambito del Master in Art Direction e Copywriting del Politecnico di Milano.